BUCA DEL CORNO - ENTRATICO


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Vita in grotta

LA GROTTA


Il valore scientifico di una grotta non riguarda soltanto la geologia, che potrebbe sembrare l'interesse prevalente. Nel tempo numerosi studiosi si sono interessati alla Buca del Corno perché in campo biologico la grotta ha fornito numerosi spunti di studio che hanno contribuito a far crescere la "biospeleologia", una scienza che ha sollevato il velo su un mondo vivente particolare, ai più sconosciuto, popolato di specie adattate in maniera esclusiva o transotoria alla vita cavernicola.
Nella grotta trovano un ambiente ideale od obbligato dove vivere piccoli insetti e aracnidi, molluschi delle acque sorgentizie, anfibi - come la comune Salamandra pezzata che ha nella Buca del Corno un luogo d'elezione (ma che è facilmente osservabile anche in luoghi umidi all'aperto) e mammiferi come i pipistrelli, purtroppo non più segnalati da decenni.
Nel febbraio del 1939
Mario Pavan con Renzo Scossiroli iniziarono le prime osservazioni che continueranno nel gennaio del 1942 assieme a Mirte Pavan, per riprendere poi nel 1951 con le osservazioni floristiche di Ruggero Tomaselli. La documentata ricerca fornisce un lungo elenco relativo ai numerosi vegetali e animali di grotta. Tra gli animali spicca un'autentica rarità come l'Allegrettia pavani (trovata per la prima volta nella Buca del Corno e in seguito poi trovato in altre grotte). Questo coleottero troglobio è stato individuato e definito come nuova specie per la scienza da due biologi, Carlo Bari e Renato Rossi (1965) dedicandolo al professor Pavan. L'Allegrettia pavani è un coleottero cieco di forma allungata e snella con appendici sottili; la sua lunghezza varia da 8 a 10,6 mm; si presenta con una colorazione rosso brillante tendente al testaceo; i tegumenti sono molto brillanti e traslucidi.
Nell'elenco zoologico figurano presenti una specie di Anellide, due specie di Crostacei isopodi, tre specie di Aracnidi, un acaro parassita dei pipistrelli, quattro specie di Miriapodi, due specie di Collemboli, sei specie di Coleotteri - tra i quali l'Allegrettia pavani -, quattro specie di Ditteri, sei specie di Molluschi. Viene citato in maniera dubitativa anche un Anfibio Urodelo, l'
Hydromanthes genei Sch. italicus Dunn. in quanto segnalato da Giacomelli nel 1893 ma non più riconfermato.
Tra i mammiferi è riportata la presenza di un piccolo roditore, il
Neomis fodiens Pallas. Nelle visite effettuate nel 1939, 1942 e il 1951 Pavan non ha riscontrato nessuna traccia di Chirotteri, i comuni di pipistrelli, eppure proprio questo animale ha suscitato tanto interesse nel passato per la sua sovrabbondante presenza.
Una segnalazione scientifica più recente è fornita nel 1980 da
Gianni Comotti che attesta la presenza nella Buca del Corno di un ortottero cavernicolo, la Dolichopoda ligustica septentrionalis, già indicata in cavità dei dintorni e coabitante con un altro rappresentante dello stesso ordine, il Troglophylus neglectus. Comotti (2003) sostiene l'importanza di questa segnalazione in quanto il Troglophylus, si considerava diffuso nelle cavità del trentino mentre è stato trovato anche in Lombardia solo nella Buca del Corno.
A questo autore, nel notiziario dello Speleo Club Orobico del Cai di Bergamo, anno V (1981) si devono gli elenchi faunistici degli Invertebrati e dei Vertebrati presenti nella grotta .
Tra gli Invertebrati ricorda: le Planarie, i Crostacei (
Androniscus detiger; Spelaeonethes briani; Niphargus stygius), i Collemboli; gli Onichiuri, i Ditteri, i Tipulinidi, i Tricotteri, gli Ortotteri (Dolicopoda ligustica septentrionalis; Troglophylus neglectus); i Coleotteri (Allegrettia pavani, Laemosthenes insubricus, Cychrus italicus, Trechus fairmairei, Leptinus testaceus), i miriapodi (Scutigerella sp., Polydesmus hessei, Prionosoma pavani, Trogoiulus mirus), gli Araneidi (Nesticus eremita, Meta merinae, Tegenaria sp.). gli Opilionidi, i Molluschi (Oxychilus sp.; Pisidium sp.) e Pseudoscorpioni (Chitonius austriacus sp).
Tra i vertebrati cita la presenza di Anfibi (
Salamandra salamandra) e di Mammiferi (Neomys fodiens, Myotis myotis e Rhinolophus ferrum equinum).
Enrico Pezzoli, esperto della malacofauna delle sorgenti e delle Acque sotterranee , frequentatore della grotta per contribuire agli studi biologici di Rossi per le ricerche sulla Allegrettia pavani nel 1963-1965 nonché paleontologici e paletnologici quale incaricato ufficiale a condurre una campagna di saggio stratigrafico dal conte Cornaggia Castiglioni negli anni 1964-1968, segnala due organismi: un mollusco, il Pisidium casertanum Poli 1791 ed un crostaceo, il Niphargus brixianus s.l. Ruffo, 1937. Il secondo ha una decisa importanza per il suo carattere endemico (del Niphargus brixianus si riporta una scheda). Pezzoli riconosce la "banalità" dei macroinvertebrati attuali che vivono nella grotta di Entratico attribuendo l'impoverimento o la scomparsa delle specie più significative alla frequentazione turistica della cavità senza aver precluso l'accesso al settore biologicamente più sensibile della grotta, il ramo della "frana". Una motivazione non meno importante è da ricercarsi nelle sue limitate dimensioni che amplificano l'influenza dell'ambiente esterno con ingressi passivi di specie fluitate dalle vicine superfici di drenaggio della cavità.
Ricordando la documentata presenza storica di una sterminata popolazione di pipistrelli che tanto impressionava gli occasionali visitatori (gli ultimi avvistamenti sono documentati da Pezzoli E. negli anni intorno al 1965) viene oggi ulteriormente confermato come il disturbo della presenza umana e le trasformazione indotte nel territorio esterno abbiano influenzato anche la vita biologica di un ambiente apparentemente confinato di grotta.
Gli scritti scientifici sulla Buca del Corno non informano soltanto sul patrimonio biologico contenuto, ma in alcuni casi descrivono i metodi che la scienza ha via via ha adottato. A tale proposito, la documentazione sulle ricerche effettuate nella grotta di Entratico dall'abate
Giuseppe Mangili sui pipistrelli, si dimostra di perticolare interesse anche se, con la mentalità d'oggi, alcune procedure possono lasciare perplessi o inorriditi.
Del lavoro di Mangili sono messi a disposizione due testi. Quello stilato nella 1796, relativo ai primi riferimenti faunistici del Buco del Corno, consegnandoli in una lettera al celebre professore pavese Lazzaro Spallanzani (1729 - 1799) dove indica anche la presenza di insetti del genere Tipula che suppone cibo dei pipistrelli e quello datato 1807 dove Mangili riprende e probabilmente riordina le ricerche effettuate un decennio prima. Dal primo scritto si ha modo di conoscere quale fosse il "metodo scientifico" adottato per studiare, ad esempio, il "
sensorio" (udito) dei pipistrelli sottoponendoli all' "inaudito rimbombo" di una schioppettata che fece cadere al suolo più di quaranta animali in un fuggi fuggi generale di pipistrelli. Con dedizione scientifica, il nostro Mangili, tentò altri esperimenti: " Accostai primieramente ad uno di questi pipistrelli, che era del tutto isolato, una fiaccola a vento, in guisa che bruciavano i peli e le orecchie, ma questo non si destò dal sonno, se non allorquando le sue orecchie furono quasi totalmente dalla fiamma consunte, ed allora scosse due o tre volte la testa, staccossi, e scese lentamente sul pavimento."
E' stato
Antonio Stoppani, il celebre geologo lecchese ospite nell'estate del 1856 delle Terme di Trescore, a dare maggiore risalto al pipistrelli grazie al successo del suo libro "Il Bel Paese" dove esprime tutta la sua impressione per la numerosa presenza di pipistrelli incontrati nella grotta. (per conoscere la natura di questi piccoli mammiferi vedi la scheda di approfondimento relativa ai Chirotteri).

Approfondimenti e altri documenti sul tema:

Mangili Giuseppe, 1796
LETTERA DELL'ABATE GIUSEPPE MANGILI AL CELEBRATISSIMO SIG. PROF. SPALLANZANI.
Il documento riportato è di grande interesse perché parla della grotta di Entratico come di un laboratorio nel quale è stato applicato un rigoroso - quanto discutibile per la mentalità moderna - metodo scientifico per studiare i pipistrelli.


Mangili Giuseppe, 1807
SAGGIO D'OSSERVAZIONI per servire ALLA STORIA DEI MAMMIFERI
Riprende i contenuti della lettera inviata a Lazzaro Spallanzani intorno allo studio sui pipistrelli dando loro maggior ordine.

Bari Carlo e Rossi Renato, 1965
ALLEGRETTIA PAVANI : UNA NUOVA SPECIE DEL BUCO DEL CORNO (BERGAMO)
(Coleoptera Trechinae)
Estratto da Bollettino della Società Entomologica italiana Volume XCV, N. 7-8l - 20 Ottobre 1965
Questa pubblicazione, riportata integralmente, consente al lettore di conoscere nel dettaglio la descrizione scientifica di un coleottero trovato per la prima volta nella grotta di Entratico e riconosciuto dalla scienza come nuova specie.

Sul tema biologico sono a disposizione questi documenti:

Chirotteri - scheda

Glossario biologico

Niphargus brixianus- scheda

Niphargus brixianus (inquadramento Amphipodi) di Stoch F.

Pisidium casertanum - scheda

Fauna della grotta, in Pavan M. (1953)

Flora e vegetazione presso gli ingressi Tomaselli R. in Pavan M. (1953)

Il prezioso ritrovamento nel ramo fossile della grotta del coleottero Allegrettia pavani Ruffo
specie nuova per la scienza

Dolicopoda ligustica septentrionalis
Ortottero

Troglophilus neglectus
Ortottero

Cychrus italicus
Coleottero

Nesticus eremita
Araneidi

Androniscus detiger
Crostaceo

Nyphargus brixianus
Crostaceo

Oxychilus sp.
Mollusco

Pisidium casertanum
Mollusco

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