BUCA DEL CORNO - ENTRATICO


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Zambelli R. 1994 - 6

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E poi arrivò l'uomo
Gli ultimissimi avvenimenti testimoniati dai resti conservati nella Buca del Corno riguardano tempi di poche migliaia di anni fa, quando sul posto erano arrivati gli Uomini primitivi. Entro la grotta, nel primo tratto, vennero trovati numerosi resti attribuiti ad essi. Abitavano davvero nella grotta? Ho dei dubbi che affrontassero un luogo tanto umido. Essi di solito costruivano capanne sotto le rupi presso l'ingresso o nei prati poco lontani; l'interno delle grotte era riservato ai morti e agli dei. All'interno della Buca vennero infatti trovati resti di tombe con strumenti di selce e collane fatte con anelli di roccia forata (nel Buco del Corno di Vigano sono stati rinvenuti strumenti di pietra che qualcuno ritiene un po' più vecchi di quelli di Entratico).
Circa cento anni fa cominciarono a entrare nella grotta gli archeologi e gli esploratori; scoprirono le tombe estraendo gli oggetti che erano stati deposti accanto ai cadaveri; e spaventarono i numerosissimi pipistrelli che abbandonarono il loro comodissimo rifugio.
Finalmente arrivammo noi a curiosare e a finire di esplorare. Per rendere meno disagevole la nostra esplorazione il Comune di Entratico nel 1983 sistemò all'interno scalette e luci. E chiuse con solidi cancelli per impedire l'attacco dei vandali che non mancano mai.
Quando percorriamo l'intreccio dei corridoi riassumendo le ultramillenarie storie che ci hanpreparato un gioiello tanto prezioso, prima di tornare alla luce osserviamo bene le rocce.
Il visitatore cammina su pietra resistentissima, ricca di Ammoniti fossili (per fortuna è difficilissimo vederle, altrimenti la grotta sarebbe stata scalpellata dai soliti vandali). La parte alta delle pareti è invece fatta di roccia a strati contorti in cui si distinguono bene (specialmente in certi punti) i ciottoli mal ricementati e le liste di selce. I nostri piedi poggiano sulla sommità della antica collina sottomarina che qui resistette per tanti milioni di anni; mentre la testa vaga tra i depositi del mare di circa 135 milioni di anni fa.

Gli abitanti della grotta
Già duecento anni fa gli studiosi si erano interessati alla Buca per i grandi gruppi di Pipistrelli che vi avevano trovato. I Pipistrelli sono animali che si rifugiano al buio durante il giorno e durante l'inverno. Erano straordinariamente abbondanti in passato; negli ultimi anni ne ho trovati tre o quattro. Le nostre visite li disturbano, e loro non entrano più. E noi continuiamo ad aver paura di loro!
Nessun animale pericoloso vive nella grotta. Il torrente che entra trascina le uova ed anche qualche adulto di Salamandra: anfibi innocui. Il torrentello porta all'interno fogliame ed animaletti incapaci di far del male. Presso l'ingresso alcune minuscole bestie innocue si riparano contro la voracità degli animali che vivono all'esterno. Alcuni esseri piccolissimi si sono adattati a vivere al buio, e non possono vivere che nelle fessure del sottosuolo. Questi, alcuni milioni di anni fa/ quando la grotta non esisteva, erano animaletti normali che vivevano all'aria aperta. Allorché l'acqua incominciò ad allagare le fessure sotterranee, alcuni vi hanno preso alloggio e si sono evoluti trasformandosi in modo da essere adatti al nuovo ambiente. Abituati all'assenza di luce hanno perduto gli occhi (che non servono più), hanno allungato le zampe che servono a superare gli ostacoli invisibili, hanno sviluppate le antenne che per essi sono i principali organi di trasmissione e di comunicazione. Spesso hanno perso anche il colore.
Per i vegetali la vita di caverna è ancora più difficile che per gli animali, per il fatto che in grotta manca la luce. Vi possono vivere le muffe; e alcuni batteri adatti ad ambienti non illuminati. Presso l'ingresso invece, dove si passa dalla luce alla penombra, si succedono vegetali che hanno sempre meno bisogno di luce. Felci, Alghe, Licheni, Epatiche, sono vegetali poco conosciuti, anzi, piuttosto rari, che si trovano nei primi metri della galleria.

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Strumenti preistorici in selce trovati nella grotta dallo Stoppani e raffigurati nel suo libro "IL Bel Paese"

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