BUCA DEL CORNO - ENTRATICO


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Crostacei Stoch

DOCUMENTI > BIOLOGIA

Stoch Fabio
CROSTACEI - DATI DI BASE RIGUARDANTI TUTTA LA BERGAMASCA
Isopodi ed Amfipodi (Crustacea, Malacostraca)
Note aggiuntive sollecitate da Pezzoli E. in merito al Nyphargus brixianus Ruffo.

Premessa
Le notizie sulla fauna ad isopodi ed anfipodi delle grotte e delle sorgenti della Lombardia erano sinora frammentarie e riferite a poche località, riportate esclusivamente in lavori specialistici (ad esempio quelli di Karaman, 1993 e Arcangeli, 1942) o in alcune note faunistiche riguardanti però i molluschi (Pezzoli, 1988, 1989, 1990, 1996; Pezzoli & Spelta, 2000; Pezzoli & Lemme, 2003) dove sono illustrati tutti i Crostacei delle stazioni bergamasche (inseriti pure quelli storici). Ho avuto a disposizione una notevole mole di materiale grazie al lavoro di ricerca e campionatura di E. Pezzoli (sorgenti), di G. Comotti (grotte) e miei con F. Gasparo, all'opportunità di studiare gli isopodi e gli anfipodi provenienti dalle province di Bergamo, Brescia, Lecco e, in minor misura, di Como, Varese e Milano e all'accesso ai campioni depositati nelle collezioni del Museo di Scienze Naturali "E. Caffi" di Bergamo e del Museo Civico di Storia Naturale di Verona. Tuttavia la tassonomia permane intricata e controversa, in particolare nel genere Niphargus, ed alcuni gruppi di specie sono in corso di revisione; gli studi sinora condotti hanno rivelato comunque l'esistenza in alcune aree lombarde di una fauna stigobia ricca e diversificata paragonabile a quella delle prealpi orientali (Stoch, 1993, 1997, 1998). Rimandando per il momento l'esame dettagliato della tassonomia delle singole specie, che saranno oggetto di contributi specialistici, riassumo i dati sinora disponibili accanto ad una breve disamina relativa alla zoogeografia ed all'ecologia delle specie rinvenute nelle grotte e nelle sorgenti prealpine.

Note ecologiche (per la comprensione dei termini vedasi il glossario)
Le specie sinora raccolte in Lombardia possono essere raggruppate, da un punto di vista ecologico, in tre distinti contingenti:
a) Specie di acque epigee, che comprendono sia specie caratteristiche della fascia delle risorgive (Echinogammarus stammeri, Niphargus elegans, Synurella ambulans), che possono talora spingersi in sorgenti prealpine (E. stammeri, S. ambulans), sia specie esclusive di quest'ultima tipologia ambientale (G. balcanicus). Si tratta di elementi in genere tipici dell'ipocrenal, che solo occasionalmente possono spingersi nell'eucrenal.
b) Specie di acque carsiche sotterranee (Monolistra, Proasellus, accanto a Niphargus brixianus s.l., N. ambulator, N. forelii, N. danielopoli), che si rinvengono nelle fratture delle rocce carbonatiche, in grotte e talora in sorgenti (eucrenal); N. brixianus s.l. si può occasionalmente ritrovare anche in sorgenti dei terreni flyschioidi, mentre colonizza acque carsiche anche Niphargus thuringius, grossa specie ad ampia valenza ecologica che popola indifferentemente acque circolanti in rocce sedimentarie, metamorfiche ed in alluvioni grossolane.
c) Specie di acque iporreiche e freatiche dei terreni alluvionali (numerose specie del genere Niphargus: N. bajuvaricus grandii, N. sp. aff. bajuvaricus, N. duplus, N. microcerberus, N. sp. aff. minor, N. pupetta, N. transitivus dissonus): si tratta di un ricco popolamento esclusivo delle acque interstiziali circolanti in terreni alluvionali.

Note biogeografiche

Le specie di isopodi ed anfipodi sinora rinvenute in Lombardia sono in prevalenza di provenienza orientale. Si tratta di elementi probabilmente penetrati in Italia in diverse occasioni lungo l'arco prealpino o attraverso il varco rappresentato dal Fiume Isonzo, nell'area planiziale.
Tra i colonizzatori più antichi, forse pliocenici, vanno annoverati Niphargus brixianus s.l. e Monolistra boldorii, che probabilmente hanno colonizzato le acque sotterranee prealpine seguendo l'evoluzione del fenomeno carsico a partire dai corsi d'acqua superficiali negli ultimi 2- 3 milioni di anni. Entrambi i taxa hanno affinità con gruppi di specie dell'area balcanica.

Note sulla conservazione dei popolamenti sotterranei
Le sorgenti prealpine, i fontanili e le acque interstiziali della piana alluvionale sono ambienti da considerarsi estremamente vulnerabili. Le sorgenti e risorgive prealpine, per la loro esiguità, sono spesso soggette a manomissioni, a causa sia delle opere di urbanizzazione o sfruttamento agricolo del territorio, sia di captazioni; poiché le sorgenti sono gli esuttori di un complesso reticolo di circolazione idrica sotterranea, vi albergano una fauna ricca di specie talora endemiche (Monolistra boldorii, M. pavani, Proasellus pavani, Niphargus brixianus, N. thuringius) ed in genere molto rare, sopravvissute alle glaciazioni quaternarie in ristrette aree di rifugio.
Questa fauna relitta è pertanto oggi da considerarsi come vulnerabile, secondo le definizioni internazionali adottate dall'IUCN e secondo i criteri sanciti dalla Direttiva Habitat.

Esemplare di Niphargus brixianus trovato nelle acque sorgentizie della Buca del Corno di Entratico




Un esemplare di crostaceo isopode del genere Monolistra (Monolistra boldorii bergomas), citato da Stoch come presente nelle acque carsiche sotterranee col genere Niphargus negli ambienti di grotta lombardi.

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