BUCA DEL CORNO - ENTRATICO


Vai ai contenuti

Menu principale:


Stoppani A. XXI serata 1875

DOCUMENTI > STORIA/GEOGRAFIA

Stoppani Antonio, 1876
IL BEL PAESE, SERATA XXI , pagg. 353 - 354

Ritorniamo ai nostri pipistrelli, poiché non vo' che ignoriate alcune altre particolarità interessanti della loro vita. Vi ricorderete come io rimasi un pochino sconcertato quando, dopo aver predetto al signor Major quella moltitudine infinita di pipistrelli, che mi aveva quasi soffocato nella mia visita d'estate alla caverna [di Entratico], la trovai invece quasi spopolata allorché la visitammo insieme sul principio della primavera. Lo stesso era già avvenuto al professor Mangili. Quando v'entrò sulla fine dell'estate del 1795, trovò tutta la volta della caverna coperta di pipistrelli e tutto il suolo di escrementi. Ripetendo invece la visita nel dicembre dello stesso anno, non vi scoprì che due gruppi di pipistrelli, assiderati.
Ma il Mangili osservò qualche cosa di più della semplice differenza di numero: voglio dire che ebbe anche a notare la differenza delle specie. Nell'estate non trovò che il pipistrello-topo: nell'inverno invece il solo rinolofo a ferro di cavallo. - Come va questa faccenda? Gli abitatori della caverna si cambiano dunque secondo le stagioni? - II Mangili infatti ne conchiuse che i pipistrelli sono, al pari degli uccelli, animali migratori, ossia di passata; che, come le rondini passano in un luogo l'estate, e in un altro l'inverno. Cosi il pipistrello-topo che abita d'estate le nostre caverne, andrebbe a svernare altrove, ove regni un clima più mite; e il rinolofo a ferro di cavallo, che ha goduto delle frescure della Germania durante l'estate, verrebbe a porsi allo schermo dei geli in seno ai tepidi antri delle nostre montagne. Il signor Major non è di questo avviso ed io inclinerei a dargli ragione. I primi pipistrelli, incontrati da noi prima di oltrepassare il pertugio, erano rinolofi, forse gli ultimi rimasti della caterva che vi aveva svernato, poiché allora eravamo al principio della primavera. Oltrepassato il pertugio, il che non pare aver mai fatto il Mangili, ci trovammo un numero immenso di individui dell'altra specie, cioè del pipistrello-topo. Erano forse già dunque venuti da paesi più caldi, mentre potevamo ancora dirci in inverno? Pare improbabile. Poi non è vero che il pipistrello-topo passi l'inverno in paesi più caldi dell'Italia settentrionale, mentre si trova in gran copia durante l'inverno anche al di là delle Alpi. Mi narrava il signor Major che in un certo inverno si volle accendere il fuoco a un camino nel castello di Lucens nel cantone di Vaud : ma ben tosto si avvisò che la canna del camino era ostrutta. Nell'osservare da che nascesse l'intoppo, si trovò che un'innumerevole colonia di pipistrelli, precisamente della specie pipistrello-topo, vi si era posta a svernare, ostruendone affatto il vano.
" Come si spiegherà dunque ", domandò Giannina, " codesto cambiarsi degli abitatori nella caverna d'Entratico? ".
" Essi non si cambiano, o almeno non si cambiano pel fatto di una vera migrazione da un paese all'altro. Si può ammettere soltanto, come pensa il signor Major, che i pipistrelli cerchino un ambiente più mite durante l'inverno, senza cambiar paese. Le loro esigenze in proposito saranno in rapporto colla relativa delicatezza delle diverse specie. Il pipistrello-topo, come specie più delicata, cerca d'inverno il fondo della caverna, ove si mantiene maggiormente il tepore; il rinolofo invece, che ha più dello spartano, si contenta di occuparne la parte anteriore appena riparata. Viene l'estate? Il rinolofo andrà ad abitare, per esempio, l'aperta campagna e i ventosi solai, lasciando il posto al pipistrello-topo, che viene a star bene più in qua, verso l'ingresso della caverna.... Nella parte anteriore della caverna si troveranno dunque, come trovammo noi, e il Mangili quasi 80 anni prima di noi, il pipistrello-topo d'estate, e il rinolofo d'inverno. Bisogna ritenere però in questo caso che la colonia dei pipistrelli-topi sia infinitamente più numerosa di quella dei rinolofi, per cui durante l'estate soltanto la parte più accessibile della buca del Corno è cosi meravigliosamente popolosa.
È tuttavia incontestabile che alcune specie migrano veramente da un paese all'altro. Il
Vesperugo Hìllsondi, per esempio, non s'incontra che d'estate nella Russia settentrionale. Scompare d'inverno, e viene a passarlo in Germania o presso le falde settentrionali delle Alpi. Nei paesi più caldi, ove assai maggiore è l'abbondanza dei pipistrelli, le loro migrazioni si osservano anche più facilmente. Durante la stagione della siccità, che è, come già dissi, l'estate delle regioni tropicali, certi pipistrelli si ritirano nelle montagne, e altri si portano in paesi lontani, per ritornarne dopo alcun tempo.
In alcuni casi non sono le ragioni del clima che determinano i pipistrelli a cambiar paese, ma l'opportunità del pascolo"

Immagine di Rinolofo a ferro di cavallo tratta da Il Bel Paese di Stoppani. Assieme alle altre figure è il piccolo mammifero volante che tanto impressionò lo scienziato lecchese durante la visita alla Buca del Corno di Entratico.


Charles Immanuel Forsyth Major (1843 - 1923) era nato a Glasgow, aveva studiato in Svizzera e divenne medico in Italia senza tuttavia esercitare in quanto i suoi interessi spaziavano dalla zoologia alla paleontologia. È stato citato da Stoppani nella XX serata del Bel Paese come "distinto naturalista, di famiglia scozzese, accasato da qualche anno a Milano e inteso principalmente allo studio dei mammiferi fossili, in cui è valentissimo. Lo studio degli animali fossili ha per base il confronto cogli animali viventi; e però, quando gli narrai le meraviglie della caverna di Entratico, non gli sembrò vero di potersi così a buon mercato arricchire di esemplari di quei brutti volatili, conoscerne i costumi, studiare infine tutto ciò che si riferisce alla storia di una famiglia di animali, la quale si trova sovente rappresentata da reliquie fossili nei depositi antichissimi delle caverne."

Testa dell'orecchione.
Scrive Stoppani nella serata XX "Tra le specie nostrali la più curiosa è il
Plecotus auritus , cioè l'orecchione , il quale, se adoperasse la frase iperbolica sto qui tutt'orecchi, non direbbe che il vero, tanto le sue orecchie sono monumentali".
In nota scrive: " Dal greco
pleo = piego, e ota = orecchie. Auritus è poi una voce latina che vuol dire orecchiuto. Cosicché il nome scientifico riesce a dire: = orecchiuto ad orecchie piegate."


Sempre da Stoppani "osserva bene questo ceffo [Rinolofo a ferro di cavallo] ... vedrai come porti sul naso certe escrescienze, e potrai distinguere benissimo questa che è la più rilevante, e sta precisamente fra il labbro superiore e le narici. Non ha essa la forma di una mezzaluna o meglio appunto di un ferro di cavallo? Molto comune da noi è, il pipistrello-topo (Vespertilio murinus Schreib.) la cui testa assomiglia appunto a quella di un topo. E' il più grande dei nostri pipistrelli, misurando coll'ali aperte da 40 ma 50 centimetri."

Home Page | PRESENTAZIONE | PREMESSA | IL TERRITORIO | LA GEOLOGIA | LA GROTTA | DOCUMENTI | Mappa del sito


Torna ai contenuti | Torna al menu