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DOCUMENTI > STORIA/GEOGRAFIA
Stoppani Antonio, 1866
Note ad un corso annuale di geologia dettate per uso degli ingegneri allievi del Reale Istituto Tecnico Superiore di Milano - parte prima - Dinamica Terrestre
Milano, tipografia di Giuseppe Bernardoni
154 Stalagmitizzazione. Fenomeno del primo ordine sono le stalattiti e le stalagmiti. Suppongasi la volta di una caverna a cui si addossino rocce calcaree, coperte da vegetazione che dia all'acqua d'infiltrazione il necessario gas acido carbonico. Una prima goccia che trasudi da essa volta, vi aderisce per un certo tempo,
tanto che basti perché ne svapori in superficie. Alla superficie d'essa goccia si forma una crosta esilissima, una pellicola invisibile. Ma la goccia, ingrossando, cade rompendo il proprio involucro di cui non resta che porzione aderente alla volta, in forma di anello irregolarmente dentato, come deve essere quello che risulta da una pellicola lacerata da un corpo cadente. Alla prima goccia succede una seconda, e quindi al primo un secondo anello e via via, finché dalla sovrapposizione di tali anelli risulti un tubo. È questa la forma che presenta la stalattite nel primo periodo di sua formazione: quella di un tubo, grosso come la canna di una penna d'oca, terminato inferiormente da una esilissima frangia. Ma nel mentre la stalattite si allunga, la parte già formata è di continuo madefatta, e quindi, sempre per l'effetto della evaporazione, più e più si ingrossa. Ne risulterà necessariamente un cono rovesciato, appunto la forma ordinaria delle stalattiti. La forma di un cono riposante sopra la sua base sarà al contrario quella della stalagmite, creata invece sul suolo della caverna, dalle goccie stesse che cadono dalle stalattiti, e di cui continua l'evaporazione. Il cono stalattitico discende verso il suolo e lo stalagmitico ascende verso la volta, fino a che questi si toccano coi vertici opposti, e si fondono in uno, ed ecco l'origine di quelle colonne o pilastri che formano uno dei più pittoreschi ornamenti delle caverne.
155. Fin qui delle forme ordinarie; ma si pensi a quanti accidenti può essere sottomesso lo stillicidio, 'per effetto di adesione e di capillarità. Quindi le forme più bizzarre e fantastiche. Vi sarà occorso, per esempio, di osservare come una goccia aderendo ad una superficie che presenti un piano inclinato, vi scorra segnando una striscia più o men tortuosa. Nel nostro caso la striscia è segnata da una incrostazione che a poco a poco forma un lembo saliente, che si accresce e si allunga. Ecco l'origine delle magnifiche stalattiti panniformi. Un bellissimo esempio ne vidi nella Grotta del Corno sopra Entratico. Una specie di padiglione o di ricca cortina raccolta cade entro un antro appartato dell'altezza di 7 ad 8 metri, e si diffonde in morbidissimo strascico sul suolo. omissis.
156 Compreso il processo della stalagmitizzazione, è chiaro perché le stalattiti e le stalagmiti si presentino composte di strati concentrici. Ma la lentezza della evaporazione può lasciar tempo d'agire alla forza chimica, per cui le molecole si dispongano reciprocamente in un dato modo, cioè sì cristallizzano. La forma radiata, cosi ordinaria nelle stalattiti calcaree e negli alabastri, è puro effetto di cristallizzazione.
157 Se le stalattiti e le stalagmiti continuano ad accrescersi, viene un punto in cui la cavità entro cui si formano può estere riempita intieramente. Allora abbiamo una cava di alabastro. L'origine dell'alabastro spiega senz'altro quella sua vaghissima struttura a zone concentriche, ondulate, in mille modi accidentate.
Questo testo dello Stoppani cita la Buca del Corno di Entratico come esempio per il fenomeno concrezionale delle stalattiti
La grande concrezione che scende lungo la parete della Sala della Cascata è stata definita da Stoppani "concrezione panniforme"