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DOCUMENTI > GEOLOGIA
I fossili
I fossili sono resti (gusci, ossa, carboni, tracce) di esseri vissuti nel passato, e conservati nelle rocce. Essi ci permettono di conoscere quali animali e quali vegetali popolavano il nostro territorio nei lontani periodi geologici.
Le rocce più antiche sono sepolte sotto Entratico, però affiorano sulle più alte montagne della Bergamasca. Là possiamo trovare la traccia della vita di 280 milioni di anni fa. Ho trovato resti di ramoscelli che sembrano gli antenati dei nostri abeti; ho trovato tracce di piedi di rettili (non esistevano ancora né uccelli né mammiferi). Alcune lucertoline dovevano essere grandi come quelle dei nostri muri; una aveva piedi tanto grandi da far supporre che fosse grossa come un cavallo.
Al di sopra di queste rocce dell'era paleozoica, ci sono quelle del Triassico. Queste, di origine marina, ci hanno conservato gran quantità di gusci (Gasteropodi, Lamellibranchi, Ammoniti, Brachiopodi) e Coralli. Le più importanti di queste rocce, riportabili a 210 milioni di anni fa, affiorano a Gaiano ed a Cene in Val Seriana. In quest'ultima località sono state raccolte migliaia di fossili che ci permettono di conoscere gli animali che vivevano nel nostro ambiente in quel tempo. Soprattutto sono gamberi, pesci (i più antichi antenati dei pesci di tipo attuale) e rettili volanti (i più antichi vertebrati che abbiano volato). Si tratta di resti di portata mondiale perché trovati da nessun'altra parte. Quasi contemporanei sono gli animali che hanno lasciato gusci di conchiglie a Solto ed a Gaverina, pesci e libellule a Ponte Giurino.
Sul territorio di Entratico sono conservate le rocce del successivo periodo giurassico (205-135 milioni di anni fa) con le celebri conchiglie della Val della Colta. Le più frequenti sono le Ammoniti, animali scomparsi da sessantacinque milioni di anni. La conchiglia arrotolata può paragonarsi a quella delle nostre lumache. L'interno però era diviso a stanzette e l'animale abitava nella più esterna. Nelle stanzette interne immagazzinava acqua quando voleva diventar pesante per scendere in profondità; pompava fuori l'acqua quando voleva galleggiare. Un vero sommergibile!
Altri fossili meno antichi, che si raccolgono pure presso la Cava del Rosso in Val della Colta sono le Belemniti. Hanno la forma di supposte allungate. Avevano le funzioni di un bastoncino di sostegno all'interno degli antenati delle Seppie. Le Seppie attuali hanno accorciato la supposta ed ingrandito quel groviglio spugnoso che noi chiamiamo «osso di seppia». Con le Belemniti si trovano anche gli Aptici.
Nel successivo periodo Cretacico cominciano a diffondersi gli Uccelli ed i Mammiferi, i cui fossili non si sono conservati nei nostri sedimenti. Il Cretacico fu il classico periodo dei Dinosauri: giganteschi rettili mostruosi. Le rocce del Monte Sega che sono di questo periodo non ne conservano nemmeno un frammento. Tali rocce si sono formate in fondo al mare in seguito a grandi franamenti sottomarini. Tutti i fossili vennero stritolati.
Sul territorio si potrebbero trovare i fossili dei Mammiferi del Neozoico o Quaternario, abbondanti in altre località della Bergamasca. Ma in Val Cavallina mancarono le condizioni per la loro conservazione. Si trovarono solo frammenti molto rovinati di mammiferi recenti nella Buca del Corno di Entratico ed in quella di Vigano; mentre presso Zandobbio in una grotticella vennero trovati importanti resti riferibili a circa 100.000 anni fa. Sempre al Neozoico appartengogli antichi Elefanti di Leffe ed i meno antichi Mammut del Petosino. Ma ormai nel nostro racconto siamo arrivati a tempi troppo vicini; ed il geologo, abituato alle date calcolate in milioni di anni, resta miope di fronte alla storia degli Uomini.
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Se si interessato ai fossili di Entratico:
Teruzzi Giorgio, 1994
I FOSSILI DI ENTRATICO
Zanzucchi Giorgio, 1963
LE AMMONITI DEL LIAS SUPERIORE (Toarciano)
DI ENTRATICO IN VAL CAVALLINA
Questa ammonite è visibile nella Buca del Corno.
Il deposito paleontologico maggiore è invece presente il Valle della Colta presso una cava dismessa da decenni.
Le immagini di queste ammoniti sono riportate in 8 tavole dello studio monografico di Giorgio Zanzucchi