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DOCUMENTI > GEOLOGIA
La grotta andrà in rovina
L'interno della grotta è solidissimo: i crolli sono da considerare avvenimenti eccezionali, e possibili solo in pochi punti in occasione di straordinari nubifragi. L'unico posto in cui possono verificarsi è il salone che si trova appena prima della biforcazione, dove inizia la scaletta che sale al secondo piano. Al suolo di quel salone ci sono due grossi massi crollati, e sopra di essi nella volta si distingue la nicchia dalla quale si sono staccati. Il primo masso, che stringe il passaggio al visitatore, si è staccato decine di migliaia di anni fa: sia sul masso che sulla superficie della nicchia che gli sta sopra c'è stato tempo sufficiente per la corrosione di solchi profondi. Il secondo masso invece è caduto in tempi più recenti. Siamo in geologia: quindi i tempi recenti possono arrivare ad alcune migliaia di anni fa. Sia la sua superficie, che quella della nicchia sovrastante conserva gli spigoli vivi della rottura che ne permise il distacco. La nostra grotta deve considerarsi una delle più robuste; però la evoluzione la porterà alla totale demolizione in seguito a crolli, anche se il tempo necessario va calcolato in milioni di anni. Questa considerazione ci consiglia di non entrare quando il tempo è bruttissimo, perché un eventuale crollo (che si verifica in occasioni di nubifragi) non abbia a riversarsi proprio sulla nostra testa. All'interno infatti esiste una seconda frana. Per trovare i suoi resti, poco prima di raggiungere il termine della Buca, occorre risalire una scaletta che sulla destra porta ad una stretta galleria. La galleria è interrotta da un cumulo di terriccio franato che impedisce il proseguimento. Non sappiamo quanto andrebbe avanti questo corridoio se venisse disostruito. Nel terriccio vennero trovate sparse le ossa di orso e di Uomo. I ritrovamenti ci permettono di spiegare che sopra la galleria esisteva una dolina con terriccio. Nella dolina caddero degli orsi; vi furono buttati (?) degli Uomini. Poi tutto sprofondò. Quando? Gli scheletri umani vennero studiati; sembrano del Medio Evo. Quindi il crollo si sarebbe verificato in tempi non superiori al millennio.
Ol Biis de la Stréa
La Buca del Corno non è l'unica cavità sotterranea di Entratico. Ma le altre sono piccole. Merita di essere ricordata in Val dei Brugali «ol Bus de la Stréa» (chissà quali antiche leggende si raccontavano sul suo conto), che durante la seconda parte dell'ultima guerra servì da nascondiglio ad alcuni giovani.
Si entra attraverso un modesto pertugio; si passa in una saletta con due camini tondeggianti al soffitto,- sul fondo si apre un sottile canale attualmente riservato alle volpi.
Considerato il modesto sviluppo della cavità, ci sono poche testimonianze che permettano di ricostruirne la storia. È però facile notare che, mentre la Buca del Corno è derivata dall'allargamento di fratture che si erano aperte nel pacco della roccia poco compatta, quella della Strega si è sviluppata allargandosi un passaggio attraverso la roccia tenera che si trova tra i due strati compatti di calcare. È cioè una grotta da interstrato; forse non ha potuto allargarsi per il fatto che si trovava tra due strati resistenti.
Riprende la storia del territorio
Per raccontare i fatti che hanno deciso la formazione della Buca del Corno abbiamo lasciato in disparte la storia del territorio, che riprendiamo a partire dal tempo in cui le rocce sedimentate sul fondo degli antichi mari avevano cominciato a sollevarsi e l'acqua aveva iniziato l'erosione della valle.
L'escavazione del canale da parte del torrente non fu continua e regolare. In alcuni periodi veniva accelerata, il solco si approfondiva ed i crolli delle sponde si succedevano disastrosi. In periodi di calma l'erosione rallentava e provocava l'allargamento della valle anziché il suo approfondimento. Delle antiche fasi di tranquillo allargamento rimangono come testimonianza pianori poco inclinati. Il meglio conservato costituisce i prati sui quali c'è la maggior parte dell'abitato, con la Chiesa ed il Comune. Un po' meno ben conservato (perché più antico) è quello che si trova appena fuori l'ingresso della Buca; altre tracce si trovano più sopra la grotta.
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Dente di Ursus spelaeus (sopra) e mandibola di Marmota marmota (sotto) trovati nella grotta da E.Pezzoli (1965) in occasione degli scavi autorizzati dalla Soprintendenza di Ottavio Cornaggia-Castiglioni. L'importante associazione dei due animali è stata discussa e citata anche in Pezzoli & Calegari (1966).