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DOCUMENTI > INTERESSE MULTIPLO
Pavan Mario - Pavan Mirte - Scossiroli Renzo, 1953
IL BUCO DEL CORNO LO1004 LO
(Gruppo Grotte del C.A.I. di Pavia - Società Speleologica Italiana) (Lombardia - Italia)
INTRODUZIONE
La grotta Buco del Corno n. 1004 Lo [La grotta è citata nella bibliografia anche con i seguenti sinonimi:
Grotta la Buca, Grotta di Entratico, Grotta del Entratico, Buca di Entratico, Buca del Palazzo del Corno, Buca del Corno, Bus del Còren, Busa del Còren. Adottiamo la più diffusa denominazione italiana Buco del Corno, corrispondente al dialettale Bus del Còren] si apre con due imbocchi a quota m. 470 e 506 sulle pendici del M. Sega a sud di Entratico in Valle Cavallina, provincia di Bergamo, ed è percorsa da corso d'acqua.
La grotta è nota nella bibliografia scientifica fin dalla fine del 1700 quando il Mangili ne fece cenno nei suoi lavori sul letargo dei pipistrelli di cui si riforniva appunto nella cavità. Venne poi visitata da Forsyth Major per interesse paletnologico e soprattutto da Stoppani che ce ne lasciò una colorita sebbene incompleta descrizione nell'opera "II Bel Paese " pubblicata in prima edizione nel 1875.
Della cavità si interessarono poi vari studiosi per le ricerche paletnologiche che vennero condotte nella zona dell'imbocco orizzontale (Amighetti, Chiesa, Borra, Malanchini e Maviglia), e per le ricerche faunistiche che sono state intensificate specialmente dopo l'impulso dato dal Boldori alla ricerca biospeleologica. A questo proposito ricordiamo che in un lavoro di uno di noi nel 1941 sono state pubblicate notizie abbastanza dettagliate sull'aspetto biologico della cavità, che ora vengono riprese e sviluppate in questa nota [E' nostro gradito dovere di ringraziare i Colleghi che in varie occasioni ci hanno favorito notizie bibliografiche e in modo speciale gli speleologi C. allegretti, Presidente del Gruppo Grotte di Brescia, Rag. L. Boldori, Presidente della Società Speleologica Italiana e del Gruppo Grotte di Cremona, Ing. L. Malanchini, Presidente del Gruppo Grotte di Bergamo, Dr. C. Sommaruga del Gruppo Grotte di Milano. Segnaliamo gli studiosi che oltre a noi si sono occupati delle determinazioni della flora e della fauna qui citate, ringraziando in modo particolare i Professori che hanno studiato il materiale da noi raccolto: C. Allegretti, A. Arcangeli, L. Boldori, A. Brian, U. D'Ancona, L. Di Caporiacco, L. Fage, V. Giacomini, J Jarrige, G. Lombardini, P. Manfredi, G. P. Moretti, S. Ruffo, A. Schatzmayr, I. Sciacchitano, E. Seguy, R. Tomaselli, M. Vialli].
La flora venne invece per la prima volta studiata solo nelle nostre esplorazioni del 1951.
Fino a dieci anni or sono non esisteva rilievo della grotta: questo venne da due di noi eseguito in 4 giorni di lavoro dal 5 all'8 gennaio 1942, completato poi col rilevamento del pozzo assorbente eseguito il 15 luglio 1951, ed ora pubblicato.
Essendo, come abbiamo visto, le notizie relative alla grotta molto numerose ma sparse in una vasta serie di pubblicazioni anche antiche e spesso difficilmente rintracciabili, abbiamo ritenuto utile raccoglierle, coordinarle e completarle, fin dove possibile, con osservazioni originali [Raccogliamo nella BIBLIOGRAFIA finale i dati riguardanti la letteratura che interessa direttamente la cavità, mentre nei richiami si citano le opere di interesse generale]. A quanto detto sulla importanza della grotta non va disgiunto anche un possibile significato turistico in quanto l'ambiente è facilmente raggiungibile e percorribile, e presenta aspetti degni di essere valorizzati. Con questo noi non riteniamo di avere steso un quadro completo e definitivo della grotta bensì solo una rappresentazione schematica che serva di confronto per i futuri paragoni sull'evoluzione morfologica, climatica e biologica cui la cavità, come ogni altra cosa naturale, andrà soggetta col tempo.
Dagli Istituti di Anatomia Comparata e di Genetica, dell'Università di Pavia, Ottobre 1951.
ITINERARI
I° - Da Entratico inoltrarsi sulla mulattiera che si dirige verso la collinetta che forma la sponda destra della Valle della Colta. Al secondo bivio seguire il sentiero che si stacca a destra e che, percorrendo a mezza costa il M. Sega, porta ad una sorgente ove ci si può rifornire di acqua potabile. Da qui dirigersi verso Sud-Ovest attraversando diagonalmente i prati, verso le rocce contornate da castagni ove si trova l'imbocco orizzontale della grotta. Circa 40 minuti di cammino.
II° - Da " Le Fornaci ", due chilometri a Nord di Trescore, prendere la mulattiera che, passando per Valle Roveto e Ca' dell'Ora giunge al Palazzo del Corno, ove ci si può rifornire di acqua potabile alla fontana. Dal Palazzo del Corno, proseguendo a mezza costa si arriva ben presto alla grotta che è poco distante. Circa 45 minuti di cammino.
III° - Da Trescore Balneario portarsi a Zandobbio (1 Km), indi seguire la carreggiabile che passa a C. Serafino e Sei e sale con tornanti fino a q. 424. Da qui, sulla mulattiera, proseguire verso Est fino a contrada Foppe (q. 526) dalla quale si discende agevolmente alla grotta che dista 300 metri circa.
Coordinate geografiche della Grotta desunte dalla postazione segnata nella Tabella topografica dell'Istituto Geografico Militare, Foglio 33 II SE, Trescore Balneario, 1 :25.000 (Grotta la Buca). Longitudine (da M. Mario) : 2° 34' 24" Est Latitudine: 45° 41' 39".
DESCRIZIONE DELLA GROTTA
Dall'ampio imbocco orizzontale, a quota 470, si entra in una vasta "Galleria, iniziale" percorsa dal ruscello e che snodandosi per circa 120 m. sfocia in una "Sala a cupola-" (caposaldi 1-11 del rilievo).
In questa bella Galleria iniziale a circa 75 metri verso l'interno, lateralmente si apre un alto vano a camino con la parete rivestita da notevoli drappeggi di concrezione (caposaldi 6-7). La grande Sala a cupola è alta più di una decina di metri e va dallo sbocco della Galleria iniziale, come si è detto, alla biforcazione di due gallerie, di cui una asciutta sopraelevata e l'altra percorsa dall'acqua.
La " Galleria asciutta ", staccandosi dalla parete di fondo sulla destra idrografica della sala a cupola, si sopraeleva e dopo un ventina di metri sfocia nella parte alta della " Galleria terminale" (nella pianta tra i capisaldi 13 e 28).
Quest'ultima, sempre percorsa dall'acqua del ruscello, inizia dalla sala a cupola e termina dopo 25 metri circa, alla base di una parete verticale (caposaldo 30) sulla quale a 8 m, di altezza, si apre il piccolo foro che immette in un cunicolo orizzontale, sfociante alla base del grande "Pozzo assorbente" (Laca) che porta all'esterno con un altro balzo verticale di una decina di metri; esso assorbe il rigagnolo epigeo il cui contributo idrico però, come vedremo, non è essenziale all'idrografia della cavità.
Dalla " Galleria terminale " si stacca lateralmente una " Galleria dell'argilla " (caposaldo 16) che si sviluppa per circa 35 metri in leggera salita, e prende nome dalle deposizioni d'argilla situate nell'allargamento terminale.
La grotta nel complesso è bella e presenta aspetti caratteristici resi più attraenti dall'esistenza del ruscello interno, dalle dimensioni che in certi punti sono veramente notevoli o anche da qualche concrezione calcifica che però non è particolarmente abbondante.
continua ...