BUCA DEL CORNO - ENTRATICO


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ingresso

LA GROTTA > VISITA DIDATTICA


Ai tempi del geologo Antonio Stoppani e fino a pochi decenni or sono l'accesso alla grotta era sempre possibile perché non c'era l'inferriata. Mancando un comodo sistema di illuminazione il nostro celebre predecessore dovette farsi strada con torce fumose e vedersela con migliaia di pipistrelli.
Ora possiamo addentrarci nella grotta e godere delle particolarità in modo decisamente più facile anche perché il percorso lastricato ha eliminato la maggior parte delle asperità del fondo e le scalette metalliche rendono sicura la salita dei tratti più impervi e viscidi.
Una osservazione immediata presso l'ingresso della grotta è il suo brusco affacciarsi alla base di un dirupo; questa netta troncatura lascia ipotizzare la prosecuzione verso valle della grotta all'interno di un
poderoso rilievo, ora scomparso, secondo una geografia differente dall'attuale . Tornando all'oggi, le condizioni ambientali dentro e fuori la grotta sono naturalmente diverse e il progressivo passaggio dalle une alle altre avviene in maniera graduale: dalla luce attraverso la penombra si passa al buio completo, da una più bassa umidità relativa esterna verso quella interna che può raggiungere la saturazione (in questo caso le pareti sono rivestite di miriadi di gocce che brillano alla luce), dagli sbalzi termici che si attenuano verso le profondità dell'antro ed altro ancora.Vegetali ed animali diversi trovano ciascuno condizioni di vita favorevoli adattandosi alle differenti condizioni. Naturalmente è l'esterno della grotta con la sua maggiore disponibilità di luce solare ad offrire le condizioni di vita per un maggiore numero di piante che se ne avvantaggiano. Presso l'ingresso della grotta vivono invece poche specie vegetali selezionate che potete facilmente riconoscere: la felce scolopendria e l'aglio orsino che emana un profumo inconfondibile (vedi sotto le immagini). Se poi vi avvicinate alla grotta in primavera potrete ammirare il tripudio di fioriture multicolori del sottobosco di cui avete una parziale rappresentazione nelle immagini di questa pagina.

Approfondimento sulla flora e sulla vegetazione
a cura di
Ruggero Tomaselli (1953)

sopra
fioriture primaverili del sottobosco delle immediate vicinanze della grotta



a fianco da sinistra
l'aglio orsino
e la felce scolopendria o lingua cervina


sotto
Ingresso della grotta



SALA DELL'ALTARE PRESSO L'INGRESSO

Oltre il cancello, il pannello iniziale fornisce la rappresentazione planimetrica ed altimetrica della grotta riportando la denominazione delle diverse parti. Sulla destra per chi entra colpisce la forma globosa e multicolore, della concrezione sospesa alla parete creata dalle acque incrostanti che fuoriescono da un foro soprastante.
Le stesse acque hanno inoltre creato al piede del mammellone concrezionale una spessa crosta che appare innaturalmente sospesa rispetto al piano di calpestio. In origine il crostone travertinoso si estendeva sopra il terreno raccordando parete e fondo della grotta con continuità; gli scavi del passato condotti da ricercatori noti e sconosciuti - che hanno fruttato il ritrovamento di due asce preistoriche - hanno asportato il terreno sottostante la concrezione.
La forma smussata delle pareti e soffitto, anche in forza di quanto vedremo più avanti, indica l'azione di un flusso idrico particolarmente intenso in determinati periodi formativi della grotta.
Col tempo l'ampliamento della cavità con esiti concretizzati nella forma attuale è stato condizionato dalla giacitura inclinata degli strati. Cessato lo scorrimento impetuoso dell'acqua, che per una mutata geografia dei luoghi si è trasferito altrove, ha preso avvio lento trasudamento di acque incrostanti dalle fessure della roccia che ha creato le colate stalattitiche e i crostoni policromi.
Questi processi carsici naturali che attribuiscono all'acqua ruoli differenti nella storia di una grotta, dapprima erosivi e dissolutivi della roccia e poi concrezionali, sono in linea con un'evoluzione quasi sempre rispettata. Nella Buca del Corno la scarsità delle concrezioni ha lasciato pressoché intatta la remota impronta lasciate dalle acque in pressione proprie di una fase giovanile della cavità.

segue "la dolina" ...


a sinistra la zona atriale della grotta, la Sala dell'Altare,
dove è visibile la grossa concrezione di forma globosa.
In questo luogo sono state trovate le due asce litiche a destra attraverso gli scavi
di Ottavio Cornaggia Castiglioni ed Enrico Pezzoli (1975)

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