BUCA DEL CORNO - ENTRATICO


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Forma della grotta

LA GROTTA

La Buca del Corno ha dimensioni modeste, il suo sviluppo complessivo, comprese le diramazioni, è di soli 385 m; l'ingresso è posto a quota 470 m ed il punto interno più elevato si trova a 506 m.
Per rendersi conto della sua forma si guardi la pianta e della sezione riportata in fondo alla pagina. Il primo rilievo della grotta è stato fatto da
Pavan ed inserito nella sua relazione del 1953, nello studio di Cornaggia- Castiglioni e Pezzoli (1970) la pianta della grotta si arricchisce di alcuni particolari che non sono stati recepiti nella pianta inserita nella relazione elaborata dal Gruppo Speleologico Bergamasco "le Nottole" (1983) che si sono attenuti alla versione di Pavan. Solo il rilievo del 1970 riporta infatti una diramazione della Sala del Vortice difficilmente accessibile della sala.
Le relazioni del 1953 e del 1983 riportano una dettagliata descrizione della cavità fissando l'attenzione sui numerosi punti caratteristici battezzati con nomi specifici come "galleria iniziale", "galleria asciutta", "galleria terminale", "galleria dell'argilla", "sala a cupola", "pozzo assorbente". Attorno a questi punti, che nascono dalla fantasia di coloro che hanno voluto rendere la grotta accessibile alla fruizione turistica, svilupperemo anche noi la visita virtuale della grotta.
Chi fosse interessato a conoscerne il dettaglio la descrizione topografica della grotta, nella quale sono riportate in maniera progressiva le posizioni di alcune particolarità è invitato a consultare le relazioni di Pavan (1953) e del Gruppo Speleologico Bergamasco "Le Nottole" (1980).
La particolarità della grotta di avere due ingressi piuttosto vicini tra di loro, di cui quello superiore corrispondente all'inghiottitoio di una dolina, conferma quanto sia "didattica" la sua conformazione dove si può osservare l'intero tragitto delle acque a partire dal loro percorso superficiale, alla loro scomparsa in un inghiottito dove inizia il tratto ipogeo pienamente visibile fino all'uscita dalla cavità. Anche la presenza nella grotta di un ramo "fossile" (asciutto) offre una preziosa lezione dell'evoluzione carsica di questa cavità. Il ramo superiore è diventato asciutto perché una frana o un collasso di materiale detritico nell'inghiottitoio ha impedito lo scorrimento idrico.
L'acqua pertanto ha conitnuato e continua a percorrere il ramo attivo della cavità. Le piccole vene d'acqua attuali sono comunque responsabili della formazione lungo le pareti di concrezioni che non sono mai spettacolari e che, per il loro colore terroso, riflettono le impurità rilasciate dal suolo superficiale trascinate in grotta dall'acqua. Si può parlare in questo caso di una grotta che sta vivendo da tempo immemorabile uno stadio di senescenza nel quale, tuttavia, sono ancora evidenti nella forma delle sue pareti fenomeni idrici turbolenti che l'hanno scavata.

Altri documenti nei quali è descritta la forma della grotta ...

" Il Buco del Corno n. 1004 LO"
in Relazione di Pavan M. (1953)

" Evoluzione Buco del Corno LO 1004 Entratico"
del Gruppo Speleologico Bergamasco "Le Nottole" (1980).





sopra
pianta e sezione della grotta sul pannello all'ingresso della cavità su rilievo del gruppo Speleo di Bergamo Le Nottole


a sinistra
disegno della pianta della grotta fornita da E.Pezzoli (1965) Si tratta della versione più completa perchè sono riportati
alcuni rami non esplorati in precedenza.


sotto
disegno originale di E.Pezzoli che riporta in pianta le diramazioni difficilmente accessibili presenti presso la volta della Sala della Cascata indicata come "saletta alt. m 10"

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